Asti, 23 marzo 2013.
Un buon pubblico ha partecipato, sabato 23 marzo mattina, presso la Camera di Commercio, all’incontro su “Lavoro e sindacati in Francia”.
Relatore: Pierre-Jean Coulon, segretario confederale CFTC incaricato degli affari europei ed internazionali e membro del Cese – Comitato Economico e Sociale Europeo.
Inserito nella rassegna “Incontri di Studio” dell’associazione culturale “Il Laboratorio”, presente per il secondo anno ad Asti con un incontro sul tema del lavoro.
E’ stato organizzato in collaborazione con Mcl. Il Movimento Cristiano Lavoratori era autorevolmente rappresentato dal vicepresidente nazionale Piergiorgio Sciacqua, che ha introdotto la conferenza.
Il dirigente del sindacato cristiano francese, prima di offrirsi alle domande degli intervenuti, ha svolto un’efficace relazione che è iniziata con il porre in rilievo che “il lavoro non è un’attività umana come le altre, ma ha un valore intrinseco, di cui oggi spesso ci si dimentica”.
In questo senso ha sottolineato come “il pensiero sociale cristiano sia un importante risorsa per ridare la giusta dignità al lavoro, ponendo l’uomo e non l’interesse al centro: il lavoro è fatto per l’uomo e non viceversa”.
Un sindacalismo cattolico, quindi, deve avere un’attenzione all’umano ed al significato universale dei valori, “portando quel contributo di proposta, e non di sola lotta, che può far sì che la globalizzazione sia un’opportunità e non una iattura. Ponendo al centro la persona, si può costruire il vero sviluppo”.
Un’azione sindacale mossa da un criterio ideale e da un’ispirazione forte, secondo Coulon, “diventa capace di costruire l’incontro con l’altro e una vera cooperazione al bene. Il sindacato non è più, così, un’organizzazione che interviene solo sugli aspetti contrattuali ma un soggetto capace di lavorare per il progresso del lavoro e dei lavoratori, delle famiglie e di tutta la comunità.
Il sindacato cattolico nasce in Francia nel 1919, da allora sono ben 53 i provvedimenti sociali che nascono, nei vari settori, dalle nostre proteste. Non si cerca – ha chiarito – solo la piazza e la protesta, ma si pratica la proposta, con un’attenzione all’uomo in tutti i suoi aspetti”.
Uno stile che lo contrappone, portando a superare le visioni parziali, “tanto alle logiche di conflitto di classe di origine marxista quanto all’aridità economicista dell’egoismo neoliberista”. Un incontro che è stato l’occasione per allargare sguardo e ragione, educandosi a praticare la sempre più necessaria “dimensione europea”.
Marco Margrita